La Tricoscopia è il termine coniato per l’imaging dermoscopico del cuoio capelluto e dei capelli. Questa nuova tecnica diagnostica, sia semplice che non invasiva, può essere utilizzata come pratico strumento a lato del lettino medicale per diagnosticare i comuni disturbi dei capelli e del cuoio capelluto. Le osservazioni tricoscopiche possono essere raggruppate in senso ampio come segni di capelli, schemi vascolari, modelli di pigmento e modelli interfollicolari. In questo articolo, abbiamo brevemente descritto i reperti tricoscopici nelle categorie comuni di alopecia androgenetica (Calvizie) Oltre a diagnosticare l’alopecia, ha il potenziale per evitare biopsie non necessarie e quando è ancora necessaria una biopsia è utile per scegliere un sito di biopsia ideale. Inoltre, la tricoscopia è uno strumento prezioso per valutare fotograficamente la risposta al trattamento ad ogni follow-up.

La perdita dei capelli è il problema più comune dei capelli e una pronta diagnosi del tipo di alopecia a volte può essere estremamente difficile.
I metodi comunemente usati per indagare possono essere invasivi (biopsia), semi invasivi (tricogrammi) o non invasivi (conteggio dei capelli, peli del capannone e test di pull).
La dermatoscopia, nota anche come microscopia a epiluminescenza o microscopia superficiale cutanea, è una tecnica non invasiva in vivo , più comunemente utilizzata per la visualizzazione di lesioni cutanee pigmentate.
È stato dimostrato di essere di grande valore nel migliorare l’accuratezza della diagnosi dei melanomi.
Nel 2006, Lidia Rudnicka e Malgorzata Olszewska hanno coniato il termine “Tricoscopia” per la dermoscopia dei capelli e del cuoio capelluto.
Per l’esame del cuoio capelluto, è possibile utilizzare un dermoscopio manuale (ingrandimento 10 ×) o un videodermatoscopio con obiettivi che vanno dall’amplificazione da × 20 a × 1000.
Questo articolo tenta di sensibilizzare i lettori alle caratteristiche tricoscopiche associate ai più comuni disturbi del cuoio capelluto e dei capelli.

La Tricoscopia normale

la Dermatoscopia normale del cuoio capelluto sano mostra unità follicolari contenenti 2-4 peli terminali e 1 o 2 peli di vello.
Nelle razze più scure, sul cuoio capelluto è visibile una prominente rete di pigmenti a nido d’ape omogenea marrone che è accentuata sulle aree esposte al sole.
La diagnosi di questa alopecia di modello più comune che colpisce entrambi i sessi (fino all’80% degli uomini e al 50% delle donne) è solitamente clinica, ma raramente può essere richiesta una biopsia per differenziarla da telogen effluvium, AA diffusa o alopecia incognita.
Alcune caratteristiche tricoscopiche possono semplificare la diagnosi in questi casi.

La Triscoscopia nella calvizie

L’Alopecia Androgenetica (AGA) è caratterizzata dalla progressiva miniaturizzazione dei follicoli piliferi e quindi la caratteristica più precoce e diagnostica è una variazione del diametro del fusto del pelo di oltre il 20% dei fusti.
La proporzione di peli sottili e vellosi aumenta gradualmente in AGA .


Inoltre, i follicoli in AGA mostrano la presenza di singoli capelli a differenza dei normali follicoli non affetti che portano fino a 4 peli terminali.
Queste caratteristiche possono essere meglio apprezzate facendo una tricoscopia comparativa dell’area occipitale risparmiata.
I punti bianchi perlacei (papule) che possono essere visti in casi di AGA di lunga data, rappresentano ghiandole sebacee ipertrofiche.
L’attività della ghiandola sebacea è intatta anche in un follicolo terminale miniaturizzato e infatti la ghiandola può essere ipertrofizzata a causa della sensibilità dell’organo finale agli androgeni circolanti.
Il segno peripilare visto come una sottile alone marrone è un reperto specifico, visto nelle prime fasi e riflette l’infiammazione perifollicolare.
Nell’alopecia androgena femminile (FAGA), le aree focali di calvizie (atrichia) sono più comunemente osservate.
I casi avanzati possono mostrare un pattern di pigmento a nido d’ape prominente sulle aree calve e presenza di follicoli vuoti che possono apparire come punti bianchi in rilievo a causa della presenza di unità sebacee ipertrofiche, una conseguenza della sensibilità androgena.